giovedì 8 ottobre 2009

I Leoni Morti

domenica 27 settembre 2009

HIC MANEBIMUS OPTIME



Nella notte di sabato 12 settembre 2009, CasaPound Italia Napoli ha occupato la struttura di un ex monastero, in stato di abbandono, nel quartiere Materdei. L'azione è stata annunciata attraverso una nota emanata dalla stessa associazione, in cui il coordinatore provinciale Giuseppe Savuto afferma che "è impensabile che in una città come Napoli l'amministrazione lasci in stato di abbandono e degrado strutture ad alto potenziale sociale ed abitativo per il quartiere.L'associazione ha come scopo quello di restituire l'immensa struttura alla gente del posto adibendola ad O.S.A. (Occupazione a scopo abitativo) e a centro aggregativo popolare.


Addetto Stampa CasaPound Italia Napoli
Fabio Lucido Balestrieri






martedì 2 giugno 2009

domenica 24 maggio 2009

Piccole tartarughe crescono...



Oggi, 24 Maggio, sotto uno splendido sole estivo, è stata finalmente inaugurata la nuova sede di CasaPound Agro-Aversano. I camerati campani (ce lo aspettavamo!) hanno risposto in maniera eccezionale arrivando sul posto prima ancora dei camerati locali! A nulla sono servite le minacce gratuite di qualche "pacifista" che si indignava per la nostra presenza sul territorio, l'inaugurazione si è svolta con un clima goliardico condito da risate,dolcetti,spumante ma anche programmi per il futuro e massimo impegno di una militanza attiva.
Un ringraziamento particolare ai ragazzi di CasaPound Napoli, e CasaPound Salerno eccezionali come sempre,e anche a tutti quelli che avrebbero voluto esserci ma per motivi vari,non hanno potuto. Un grazie ai miei camerati della BMA, impegnati in quest giorni come non mai per questo avvenimento da noi tanto atteso.

martedì 19 maggio 2009

Inaugurazione CasaPound Agro-Aversano



Finalmente CasaPound ha la sua "casa" anche nell'Agro. Il gruppo di giovani che anima la comunità militante sul territorio aversano apre finalmente un proprio spazio per dare maggior impulso alle proprie iniziative. CasaPound è presente nell'agro da diversi mesisvolgendo attività di promozione culturale e di sensibilizzazione sociale, offrendo spazi ed occasioni di incontro ai cittadini che vogliano adoperarsi per la propria comunità e per il territorio in cui vivono. E' questo un ulteriore passo in avanti per una fattiva e determinata presenza sul territorio.

mercoledì 29 aprile 2009

Sergio Ramelli PRESENTE



Il nostro ricordo per Sergio, sul ponte giallo della Variante di Aversa.

sabato 25 aprile 2009

Anche se tutti....noi NO!



Noi rifiutiamo l'antifascismo, rifiutiamo l'idea che italiani debbano contrapporsi ad altri italiani, rifiutiamo l'idea che l'Italia debba celebrare una divisione e una sconfitta. Fascismo non è antitesi di libertà, non è terrore, non è regresso. Nessun paese può sperare di vivere a lungo in pace e progresso se non è capace di affrontare il proprio passato serenamente, non si può imporre la morale dei vincitori, non si possono esaltare i loro ideali e presentare il tutto come "valori universali", gli italiani non si riconoscono in massa nell'antifascismo, non è su questo punto che si può costruire una nazione unita. Riposti nei cassetti i fazzoletti rossi, dimenticati i discorsi di vecchi traditori e nuovi imbonitori, resta un'Italia divisa, un'Italia antica di secoli e non nata dalla cosiddetta "resistenza", consegnata dal 25 aprile di sessantaquattro anni fa alla schiavitù delle potenze atlantiste. La nostra voce grida la ribellione, la nostro voce è grido di libertà.

domenica 19 aprile 2009

Tutti Uniti per l'Abruzzo!




CasaPound Agro Aversano raccoglie offerte e generi di conforto (scatolame e coperte) a Cesa, in via Silvio Pellico n. 4

sabato 18 aprile 2009

DDT - Non puoi farci niente

dedicata a tutti quelli che "Sai non pensavo fossi fascista, avevo un'altra considerazione di te"

Certe volte il tempo
sembra quasi volare,
sono i giorni quando
vivi senza pensare,
da mattina a sera
solo guardando avanti
e per una volta
ti senti uno dei tanti.
Ma com'è, com'è, com'è che in fondo ti manca qualcosa.
Giri, giri, giri e poi, alla fine, torni a casa.
Certe volte il mondo
non sembra neanche male,
una doccia e dopo
di corsa per le scale,
domani sveglia presto
che c'è da lavorare
e sabato magari
si parte per il mare.
Ma com'è, com'è, com'è che in fondo ti manca qualcosa.
Giri, giri, giri e poi, alla fine, torni a casa.
E basta una canzone e basta una bottiglia, quante braccia tese è la tua famiglia.
E basta una bandiera e basta una risata, non puoi farci niente sei un camerata!
Certe volte il sesso
sembra quasi dare
quello che tu cerchi
ma non sai trovare,
un altro sospiro,
corpi da archiviare,
un abbraccio dolce
e voglia di scappare.
Ma com'è, com'è, com'è che in fondo ti manca qualcosa.
Giri, giri, giri e poi, alla fine, torni a casa.
E basta una canzone e basta una bottiglia, quante braccia tese è la tua famiglia.
E basta una bandiera e basta una risata, non puoi farci niente sei un camerata!

mercoledì 8 aprile 2009

Casapound Agro Aversano per i fratelli Abruzzesi

FRATELLI D’ITALIA
Il Terremodo in Abruzzo ha portato morti, feriti e sfollati

NON RESTATE A GUARDARE!
Anche voi potrete dare il vostro contributo donando generi di prima necessità come pasta, acqua, zucchero, riso, sapone, piatti e bicchieri di carta, carta igienica e conserve di pomodoro

AIUTIAMOLI!
La raccolta sarà effettuata sia porta a porta nei giorni di Mercoledì e Giovedì sia presso la nostra sede di Cesa, in via Silvio Pellico n° 12 fino a Sabato, dalle ore 16 alle ore 20

www.casapound.org – www.bma922.tk

venerdì 27 marzo 2009

Fasci di Combattimento. 90 anni dopo

Il 23 marzo 1919, a piazza San Seplocro, a Milano, venivano fondati i Fasci di Combattimento, nucleo primigenio di un fascismo, nato dal matrimonio celebrato in trincea, con spirito e sangue, tra futurismo, arditismo e sindacalismo rivoluzionario.

Il suo motto, “me ne frego” era stato scritto, come ebbe a dire Mussolini, sulle bende delle feirte con il sangue delle ferite.

Il fascismo rappresenta, a tutt'oggi, la più giovane, la più recente, la più attuale espressione politica. Nata almeno settant'anni dopo l'ultima espressione precedente, eretica, pragmatica e volta al futuro, la concezione politica fascista è, oggi come ieri, di avanguardia e, oggi come ieri, è la sola ad offrire risposte sia immediate, parziali, episodiche, che sistemiche, organiche e futuribili.

Malgrado una guerra mondiale mossa contro il fascismo e i popolo dal crimine organizzato, dalle banche, dalle oligarchie e dalle mafie, una guerra mondiale che ha prodotto decine di milioni di morti e ha inginocchiato l'Europa e schiavizzato il mondo, ogni giorno che passa il fascismo è più attuale e presenta risposte efficaci e condivisibili al disastro generalizzato. Risposte efficaci e condivisibili che non si fondano sul rifiuto refrattario e codino dell'attualità ma sulla sua trasformazione nel nome di una gestione efficace, volontraistica, etica, spirituale, comunitaria e, soprattutto, virile.

Mentre l'antifascismo boccheggia e agonizza invischiato nei disastri assoluti che ha prodotto e il fascismo si dimostra sempre più attuale e salutare riteniamo utile riproporre il documento storico del suo primo programma. Che, come è proprio della mentalità fascista, è appunto un programma, dunque modificabile, interpretabile e riscrivibile, e non un dogma di eunuchi.

Il seguente atto costitutivo del fascismo venne presentato il 23 marzo 1919 a Milano in piazza San Sepolcro da cui prese il nome.

Milano 23 Marzo 1929 - FONDAZIONE DEL FASCISMO ITALIANO

Italiani! Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo. Per il problema politico noi vogliamo:

a) suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni.
c) L'abolizione del Senato.
d) La convocazione di una assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
f) L'elezione popolare di una magistratura indipendente dal potere esecutivo.

PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO:
a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.
b) Minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria
d) L'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.

PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:
a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il disarmo generale.
b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.

PER IL PROBLEMA FINANZIARIO, NOI VOGLIAMO:

a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85% per cento dei profitti di guerra.
d) La gestione cooperativa della produzione agricola e la concessione della terra ai contadini.

domenica 22 febbraio 2009

Futurfascismo


Tre colonne all’apertura della prima pagina del quotidiano parigino “Le Figaro”, il 20 febbraio 1909, erano occupate da un grande articolo, intitolato Le Futurisme. Con la effe maiuscola, come si deve al nome di qualcosa di molto importante. Seguivano una entusiastica presentazione del movimento e il suo manifesto, per intero fino alla firma di Filippo Tommaso Marinetti. Quel quotidiano era il più autorevole e diffuso di Parigi, circolava negli ambienti del potere, nelle ambasciate e arrivava anche all’estero. Fra le sue firme si erano letti i nomi di Emile Zola, Marcel Proust, André Gide, George Sand, Guy de Maupassant, Octave Mirbeau, Théophile Gautier. Il manifesto del futurismo era uscito due settimane prima (5 febbraio 1909), ma in Italia, per la prima pubblicazione, aveva dovuto contentarsi della cronaca letteraria di un quotidiano bolognese minore, “La Gazzetta dell’Emilia” (in Emilia, il foglio leader era già “Il resto del Carlino”). Il chiasso verrà dopo, su tutti i giornali italiani.
Filippo Tommaso Marinetti veniva da Alessandria d’Egitto, dove era nato il 22 dicembre 1876 perché suo padre vi esercitava la professione legale, che aveva fatto ricca la famiglia. Ma chi era realmente Marinetti? Il teorico di una nuova arte? Il precursore delle avanguardie del ‘900? Un rivoluzionario? Un abile promotore di sé? Un mistificatore? Un matto? C’era forse un po’ di tutti questi elementi. Però, quella parte che ha caratterizzato le arti figurative del ‘900, proprio nel suo movimento aveva fatto i suoi passi, talvolta decisivi. Questo non lo si voleva dire. Di Marinetti, si preferiva ricordarne solo le estrosità stravaganti. Se vogliamo vedere serenamente il nesso culturale fra Marinetti e gli esordi dell’arte moderna, dobbiamo leggere il libro di Giordano Bruno Guerri, Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario, scritto senza boria e oscurità professorali, ma solidamente documentato (Mondadori ed., pp. VI-338, euro 20). Quanto a Marinetti, si può ricordare che il libro non è limitato alla sua personalità artistica, ma del fondatore del Futurismo fa conoscere anche le vicende personali e familiari.
Quando un’idea e un sistema politico vengono sconfitti, si usa mandare all’inferno tutto quello che vi ha ruotato intorno: arte, cultura, persone. Così è successo anche col Futurismo, perché il fondatore, Marinetti, aveva fatto coincidere la sua vita personale e politica con l’intera stagione del fascismo. Di lui, cassazione totale dunque, senza volerne conoscere la storia. Tutto liquidato. Si era persa così la possibilità di ricordare che in quel movimento avevano operato i nomi più significativi delle arti figurative del ‘900 italiano: Carlo Carrà, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini. Erano le firme del manifesto della pittura futurista, che aveva abolito l’immagine e la prospettiva, introducendo la visione da più punti di vista che voleva esprimere il dinamismo. Quelle regole, nei fatti, hanno dominato per decenni le arti figurative, andando ben al di là del nostro Paese perché ci furono persino un futurismo russo e ungherese. L’elenco dei futuristi non si limita ai nomi che abbiamo ricordato. Il gruppo degli artisti milanesi si trasferì a Roma, a fondare il “secondo futurismo”, e poi il terzo. I nomi, nei vari campi, furono quelli di Mario Sironi, Enrico Prampolini, Ardengo Soffici, Bruno Munari, il maestro delle espressioni nuove del design e della grafica. Non si trattò dunque di una ventata passeggera, né fu limitata alle arti figurative. Scorreva intanto la storia del fascismo, più che ventennale per Marinetti. Il futurismo ne fu espressione artistica, e Marinetti volle seguire Mussolini fino a Salò. E allora? Gli aspetti, per Marinetti, sono due: quello artistico e quello politico. La vita non si riesce quasi mai a studiarsela a tavolino in anticipo, con calcolo e freddezza. Ci sono passioni forti che possono accompagnare nelle scelte. C’è chi sente il bisogno di coerenza con sé e col proprio passato, come dev’essere stato per Marinetti. Così può succedere di andarsene a dare testimonianza politica fino al fascismo morente. Dannandosi per il resto dei tempi. Onesta, viva, appassionata, ampia, documentata con grande scrupolo è la biografia che Giordano Bruno Guerri ha dedicato a Marinetti. Egli ha riportato alla luce un dannato. Due volte dannato, nell’arte e nella politica.
Nico Perrone
Professore dell'Università degli Studi di Bari

fonte: noreporter.org

venerdì 20 febbraio 2009

SottoFasciaSemplice - Come Mai

Ispiratissimo dalla vicenda Berlusconi/Mills e dallo sdegno di compagnucci, rossi, rosa o arancio che siano, mi viene in mente come un fulmine questo illuminatissimo pezzo di SFS.



Ma che bel mondo di merda che vi siete costruiti,
ma quanti complimenti che vi siete meritati,
allora eccoti seduto con le mani nei i capelli
che ti chiedi COME MAI COME MAI
anche quelli a cui volevi tanto bene
sono pronti al tradimento,
COME MAI anche tu al centro
nonostante il tuo stipendio
non è più questa la vita che vi avevano promesso
e i bisogni ed i diritti che vi avevano concesso,
restano solo bacarozzi
e non andranno via
perchè lo sporco da cui vengono
vi si è incrostato nella vita
e guardate il vostro mondo
come perde, come arranca,
tutti quanti comandanti di una nave che già affonda
ecco qua le vostre anime nell’inferno dei cialtroni
a cercare nuovi trucchi, nuove giustificazioni…
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI
è perchè avete rinunciato
a difendere il futuro di ciò che vi è stato dato
e per questo i vostri figli non vi sanno rispettare
non conoscono il rispetto, non hanno niente da imparare
sempre allegri e pronti a tutto alle cinque di mattina
imbottiti di pasticche, merendine e cocaina
sono questi i vostri giovani, vi dovevano salvare
sono andati fuori strada con la macchina del padre,
sono questi i vostri giovani, a cui avevate insegnato
i valori della pace e gli errori del passato
sono questi i vostri giovani, democratici e sinceri,
rimbambiti da giochetti, puttanate e cellulari
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
COME MAI i vostri figli, la vostra unica speranza
vi ripetono gli slogan di voi coglioni anni Sessanta
i pagliacci di indymedia, i nuovi rivoluzionari
tra black block, pacifisti e disobbedienti vari
sempre colpa dell’america per il nuovo partigiano
ma poi i nemici sono questi, una lattina ed un panino
e allora guarda come frignano quando arrivano gli sbirri
sotto sotto, gratta gratta, sono loro i veri yankee
sono loro il risultato del disastro nucleare
sono loro i veri figli di questa sporca falsa pace
con la faccia di guevara e le bandiere arcobaleno
sono loro i veri figli del sogno americano
vi chiederete COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI
e intanto fuori dall’Europa, come in Zombie di Romero
arrivano le masse senza soldi nè lavoro,
e poi da tutti i continenti che avete derubato
imbottito di stronzate e poi abbandonato
le masse impoverite, ingannate dall’astuzia
di chi ha fatto del mercato la sua unica giustizia,
quelli mica giocano col videotelefonino
non c’hanno mica le lenzuola che ci rimbalza coccolino,
quelli mica hanno la mamma che gli prepara il caffelatte
con il dolce, il cornettino, con la vestaglia e le ciabatte,
con il padre antirazzista che porta a spasso il cane
mentre sfrutta allegramente le puttane nigeriane,
altro che rapimenti, in Sardegna e in Aspromonte,
niente firme anni Settanta, con partiti e finte bionde,
quelli poche chiacchiere, e se la Lega ce l’ha duro
quelli c’hanno solo i denti e te li cacciano nel culo!
vi chiederete COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI
ci chiederete COME MAI ma noi non vi risponderemo
veniteci a cercare ma noi non ci saremo
ecco che va in malora il vostro mondo degli uguali,
e se tutto questo è il bene allora sì che siamo il male,
e se parliamo di coraggio è perchè siamo preparati
a combattere per nulla nelle strade, negli stadi
in un mondo di rovine destinato a rovinare,
dando fuoco ai cassonetti quando arrivano i blindati,
quindi eccoti seduto con le mani nei capelli
senza soldi, senza storia, senza terra, senza figli
non c’è un punto di ritorno in questa tua maledizione
non c’è un punto di raccordo e non c’è una soluzione
questa volta non finisce, non arrivano gli inglesi
non c’è più una bomba atomica da tirare ai Giapponesi,
è la fine del tuo mondo, ma noi non ci saremo
e la tua triste storia falsa nemmeno la vedremo!
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI
vi chiederete COME MAI COME MAI COME MAI

lunedì 16 febbraio 2009

[dis]INTEGRAZIONE

domenica 15 febbraio 2009

L'Inferno dei buoni: Dresda 1945


Dal 13 al 15 febbraio 1945 ebbe luogo il bombardamento terroristico al fosforo di Dresda, un massacro indiscriminato e continuativo di civili (le stime oscillano tra le centocinquantamila e le trecentomila vittime in quarantott'ore!) Le bombe al fosforo non diedero scampo; molti feriti si gettarono nelle acque del fiume Elba per spegnere le fiamme che li divoravano, ma continuarono a bruciare anche in acqua e nessuno di loro poté salvarsi né lenire le sue sofferenze. I criminali responsabili di quell'ignominia non hanno mai pagato e hanno addirittura preteso, con l'arroganza del vincitore, di farsi giudici dei vinti. Dresda brucia ancora.

fonte: www.noreporter.org

mercoledì 11 febbraio 2009

80 ANNI FA IL CONCORDATO

L'11 febbraio 1929 Benito Mussolini chiudeva, per il momento, quel contenzioso Stato-Chiesa che ci trascinavamo da oltre mezzo secolo. I Patti laternanensi vennero siglati con un Pontefice avversario, quel Pio XI che oltralpe aveva recentemente scomunicato l'Action Française, cattolicissima e apostolicissima, per compiacere quella massonica Repubblica orientata a sinistra che stava moderando la sua politica riguardo gli averi vaticani. Il Papa delle encicliche antitedesche, quello dell'opposizione antifascista a tutto campo, non aveva esitato a scarificare sull'altare dell'opportunismo i suoi fedeli francesi così come solo qualche mese dopo gli accordi con l'Italia si sarebbe lavato disinvoltamente le mani del sangue dei Cristeros in Messico. Fu con quest'uomo, Capo di Stato molto più che Sacerdote, che venne siglato il Concordato. Nel solco di un precedente napoleonico, con la chiara visione dantesca di separazione delle funzioni, in una conciliazione d'intenti e di civiltà. Né più né meno di quanto ottant'anni prima aveva cercato di fare la Repubblica Romana. L'intento era chiaro: sottrarre la nostra nazione e il nostro popolo a quella volgare opposizione tra fazioni dogmatiche e intolleranti cui abbiamo tornato ad assistere ai giorni nostri e che particolarmente ha ammorbato l'aria durante la tragedia di Eluana. Se Pio XI aveva ben altre mire, Mussolini cercò invece una vera e propria conciliazione che desse “a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Il che appare esplicito dalla decisione presa sui matrimoni: lo Stato considerava validi quelli compiuti in Chiesa, mentre la Chiesa, ovviamente (il contrario sarebbe assurdo) non lo faceva per quelli celebrati in Comune. Di fatto ciò attestava la superiorità civile e amministrativa delle Istituzioni rispetto alla Chiesa cui veniva riconosciuta l'autorità religiosa. Come immediato effetto dei Patti, il Duce proibì l'ostentazione sul territorio italiano delle bandiere bianche e gialle di uno “Stato straniero” e, per ribadire sia la sua profonda convinzione filosofica che l'autonomia politica dello Stato, sei giorni dopo, il 17, nell'anniversario del suo sacrificio al rogo, intese commemorare Giordano Bruno. Dall'11 febbraio in poi iniziò così una lunga parita a scacchi o se vogliamo un duello di fioretto tra il Vaticano, che accusava il fascismo d'indottrinare i giovani e di fornire loro una sua mistica, e lo stesso fascismo che proseguiva la sua via di virilità. Il conflitto fu di poteri, di filosofia e di mistica ma non divenne mai una polarizzazione (che sarebbe stata opposta alla vocazione fascista) tanto che la saldatura tra cattolicesimo e fascismo avvenne spessissimo senza che con ciò fosse minimamente penalizzata qualunque componente non cattolica, anticlericale e perfino pagana interna al movimento e al partito. Mussolini seppe unire anche per l'occasione il pragmatismo ad un vero e proprio intendimento tradizionale. E' per questo che tutte le interpretazioni, favorevoli o contrarie, date al Concordato sia da parte dei neoguelfi che dei mangiapreti sono completamente inesatte. Il Concordato a livello di base popolare, riuscì e non fu troppo frainteso. Certamente poiché gli obiettivi reali dello Stato e del Vaticano erano assolutamente divergenti tra loro, a livello di alto clero la fronda fu più o meno continuativa. D'altronde Mussolini cercava di rendere miracolosamente alla Chiesa quel ruolo dignitoso e valido cui proprio il Vaticano l'aveva sottratta durante il Sacro Romano Impero e provò a farla convivere con un'idea di nazione cui essa è ontologicamente estranea. Farlo poi in Italia dove il potere della Chiesa è, storicamente, avverso e proporzionalmente inverso a quello dello Stato era davvero un'opera difficilissima. Ma il Duce amava le imprese ardue e poteva provarci, visto che era riuscito perfino a far sì che ci facessimo rispettare ovunque.

martedì 10 febbraio 2009

10 FEBBRAIO: IO NON SCORDO



CESA, Piazza Mercato, 10/02/2009
"..e noi non dimentichiamo"


lunedì 9 febbraio 2009

160 di Repubblica Romana


Il 9 febbraio 1849 veniva acclamata la Repubblica Romana, plebiscitariamente, con un consenso di massa talmente alto che non fu mai eguagliato altrove. Segno che lo Stato Pontificio era il più impopolare, tra i suoi sudditi, di tutti gli stati e staterelli della Pensiola. Il più amato fu invece quello borbonico, Sicilia esclusa. Assunta la forma del triumvirato (Armellini, Mazzini e Saffi) e riscoperti i simboli prischi, la Repubblica visse cinque mesi di fermento e di creatività e offerse un eccezionale sacrificio di sangue in cui s'immolarono epicamente migliaia di eroi. La strenua difesa, vera e propria fondazione di sangue dell'italianità, fu eretta in difesa dell'invasione, richiesta da Pio IX fuggiasco, operata dalle truppe della Repubblica francese. Questo dato basterebbe da solo a sconvolgere il dogma controrivoluzionario più frequente, quello che liquida la Repubblica Romana come entità massonica in contrasto con uno Stato definito (con una bella dose di camaleontismo storico e metafisico) come “tradizionale”. In realtà non solo nella Repubblica Romana, il cui motto era “Dio e Popolo” esistevano componenti cattoliche ed addirittura esponenti clericali ma per rovesciarla nel sangue e nel massacro di quello che doveva essere il “suo” popolo, il Papa fece intervenire l'esercito di una Repubblica massonica per antonomasia, guidato da alti ufficiali massoni. I dogmi sbandierati da chi fonda il suo potere sui condizionamenti sono sempre falsi e non reggono mai la comprova se ci si azzarda a guardare la realtà nella sua pienezza. E' così che si comprenderà senza troppa difficoltà come e perché Mussolini onorò ed omaggiò sempre la Repubblica Romana e i suoi luoghi sacralizzati dal sacrificio eroico (Gianicolo, Vascello) e per quale sentimento lucido di continuità ne fece, insieme a Pavolini, la trama mitica dell'intera Repubblica Sociale.

[fonte: noreporter.org]

sabato 7 febbraio 2009

"E NOI SIAMO ANCORA QUI, PER RICORDARE..."


Una poco clemente giornata coperta e lievemente piovosa ha bagnato il sentito ricordo dei martiri infoibati in quel di Frattamaggiore (NA), organizzata dalla rappresentanza del Liceo Scientifico Miranda del Blocco Studentesco.
Circa una settantina di unità si è mossa dal piazzale antistante il Liceo fino alla piazza ove ha sede il Comune, in un turbinio di tricolori e senza insegne di partito.
Un ricordo a cui tanta gente curiosa ha risposto chiedendo spiegazioni, cosa che dimostra quanto si vogliano coprire le colpe, pesantissime, di chi ha amministrato finora "la memoria"
Un sentitissimo presente anche ai caduti della Grande Guerra, che per quelle terre versarono il loro sangue fino all'ultima goccia.
ISTRIA, FIUME E DALMAZIA, NE' SLOVENIA NE' CROAZIA
TERRA ROSSA, TERRA ISTRIANA, TERRA MIA, TERRA ITALIANA!

mercoledì 4 febbraio 2009

07 FEBBRAIO 2008: A Frattamaggiore per ricordare i martiri delle Foibe


Per il giorno 07 febbraio il Blocco Studentesco ha organizzato un corteo di commemorazione per le vittime delle Foibe che partirà dal piazzale antistante il liceo scientifico Carlo Miranda ed avrà fine a Piazza Durante sotto il Palazzo Comunale. Avendo la scuola non organizzato alcun evento per la ricorrenza del giorno del Ricordo dei Martiri delle Foibe (10 Febbraio) gli studenti del Blocco Studentesco hanno organizzato ciò per dimostrare ai professori e alla dirigenza scolastica che,nonostante i libri di scuola celino certe verità,noi studenti ricerchiamo una Giustizia storica nei confotni degli italiani uccisi dalla violenza comunista di Tito.
Vi invito alla massima presenza,è un'occasione come poche per dimostrare quanto può essere grande la forza di noi studenti per non dimenticare i 20 000 italiani massacrati e i 350 000 esuli italiani !

Ovviamente noi della BMA e di Casapound Agro Aversano aderiamo con entusiamo a questa iniziativa dei ragazzi del Blocco Studentesco di Frattamaggiore, coadiuvati dal Blocco di Napoli e dalle altre realtà campane che sostengono da anni la necessità di ricordare nel miglior modo possibile una tragedia troppo spesso sottovalutata solo perchè vede per protagonisti dei "vinti".
Ancora oggi, nel 2009, le terre d'Istria, di Fiume e Dalmazia gridano vendetta, gridano libertà e gridano il loro sentirsi terre d'Italia.

mercoledì 14 gennaio 2009