lunedì 9 febbraio 2009
160 di Repubblica Romana
Il 9 febbraio 1849 veniva acclamata la Repubblica Romana, plebiscitariamente, con un consenso di massa talmente alto che non fu mai eguagliato altrove. Segno che lo Stato Pontificio era il più impopolare, tra i suoi sudditi, di tutti gli stati e staterelli della Pensiola. Il più amato fu invece quello borbonico, Sicilia esclusa. Assunta la forma del triumvirato (Armellini, Mazzini e Saffi) e riscoperti i simboli prischi, la Repubblica visse cinque mesi di fermento e di creatività e offerse un eccezionale sacrificio di sangue in cui s'immolarono epicamente migliaia di eroi. La strenua difesa, vera e propria fondazione di sangue dell'italianità, fu eretta in difesa dell'invasione, richiesta da Pio IX fuggiasco, operata dalle truppe della Repubblica francese. Questo dato basterebbe da solo a sconvolgere il dogma controrivoluzionario più frequente, quello che liquida la Repubblica Romana come entità massonica in contrasto con uno Stato definito (con una bella dose di camaleontismo storico e metafisico) come “tradizionale”. In realtà non solo nella Repubblica Romana, il cui motto era “Dio e Popolo” esistevano componenti cattoliche ed addirittura esponenti clericali ma per rovesciarla nel sangue e nel massacro di quello che doveva essere il “suo” popolo, il Papa fece intervenire l'esercito di una Repubblica massonica per antonomasia, guidato da alti ufficiali massoni. I dogmi sbandierati da chi fonda il suo potere sui condizionamenti sono sempre falsi e non reggono mai la comprova se ci si azzarda a guardare la realtà nella sua pienezza. E' così che si comprenderà senza troppa difficoltà come e perché Mussolini onorò ed omaggiò sempre la Repubblica Romana e i suoi luoghi sacralizzati dal sacrificio eroico (Gianicolo, Vascello) e per quale sentimento lucido di continuità ne fece, insieme a Pavolini, la trama mitica dell'intera Repubblica Sociale.
[fonte: noreporter.org]
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